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RACCONTI, FRASI PER RIFLETTERE

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:43

CARO PROFESSORE

Caro professore,
sono un sopravvissuto di un campo di concentramento.
I miei occhi hanno visto ciò che nessun essere dovrebbe mai vedere: camere a gas progettate da ingegneri istruiti, bambini uccisi con veleno da medici ben formati, lattanti uccisi da infermiere provette, donne e bambini uccisi da diplomati di scuole superiori e università.
Diffido, quindi, dell’educazione e dell’istruzione.
La mia richiesta è: aiutate i vostri alunni a diventare esseri umani.
I vostri sforzi non devono mai produrre dei mostri educati, degli psicopatici qualificati, degli Eichmann istruiti.
La lettura, la scrittura, l’aritmetica non sono importanti se non servono a rendere i nostri figli più umani.

Questa lettera, riportata dal quotidiano “Le Monde”, veniva inviata da un preside americano ai suoi insegnanti all’inizio di ogni anno scolastico.

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:47

AL FANCIULLO

Guardalo con tenerezza,
osservalo con meraviglia,
lascialo giocare,
lascialo gioire,
in modo che da sempre è stato suo.
Prendilo per mano,
e tuffati insieme a lui
nel grande mare dell'esperienza.
Gioca con lui
a vincere la resistenza dell'acqua;
imparerà a sorridere
anche a quella della vita.
Non porgergli sempre un sostegno,
infondigli sempre sicurezza.
Aiutalo ad aprirsi
alla conoscenza di se stesso.

(autore sconosciuto)



DITE:
è faticoso frequentare i bambini.
Avete ragione.
Poi aggiungete:
bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi, inclinarsi, curvarsi, farsi piccolo.

Ora avete torto.

Non è questo che più stanca.
E' piuttosto il fatto di essere obbligati ad innalzarsi
fino all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi.
Per non ferirli.

J . Korczack



COME DARE AI BAMBINI UN PUNTO DI PARTENZA VANTAGGIOSO A LIVELLO EMOTIVO
http://www.rc.org/publications/translat ... TALIAN.pdf



TANTI BUONI MOTIVI PER ESSERE UN BAMBINO
http://digilander.libero.it/acqua67/mot ... ambini.htm

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:48

TUTTO QUELLO CHE MI SERVE SAPERE L'HO IMPARATO ALL'ASILO Di Robert Fulghum

La massima parte di ciò che veramente mi serve sapere su come vivere, cosa fare e in che modo comportarmi l' ho imparata all'asilo. La saggezza non si trova al vertice della montagna degli studi superiori, bensì nei castelli di sabbia del giardino dell'infanzia. Queste sono le cose che ho appreso:
Dividere tutto con gli altri.
Giocare correttamente.
Non fare male alla gente.
Rimettere le cose al posto.
Sistemare il disordine.
Non prendere ciò che non è mio.
Dire che mi dispiace quando faccio del male a qualcuno.
Lavarmi le mani prima di mangiare.
I biscotti caldi e il latte freddo fanno bene.
Condurre una vita equilibrata: imparare qualcosa, pensare un po' e disegnare, dipingere, cantare, ballare, suonare e lavorare un tanto al giorno.
Fare un riposino ogni pomeriggio.
Nel mondo, badare al traffico, tenere per mano e stare vicino agli altri.
Essere consapevole del meraviglioso.
Ricordare il seme nel vaso: le radici scendono, la pianta sale e nessuno sa veramente come e perché, ma tutti noi siamo così. I pesci rossi, i criceti, i topolini bianchi e persino il seme nel suo recipiente: tutti muoiono e noi pure.
Non dimenticare, infine, la prima parola che ho imparato, la più importante di tutte: GUARDARE.
Tutto quello che mi serve sapere sta lì, da qualche parte: le regole Auree, l'amore, l'igiene alimentare, l'ecologia, la politica e il vivere assennatamente.
Basta scegliere uno qualsiasi tra questi precetti, elaborarlo in termini adulti e sofisticati e applicarlo alla famiglia, al lavoro, al governo, o al mondo in generale, e si dimostrerà vero, chiaro e incrollabile.
Pensate a come il mondo sarebbe migliore se noi tutti , l'intera umanità prendessimo latte e biscotti ogni pomeriggio alle tre e ci mettessimo poi sotto le coperte per un pisolino, o se tutti i governi si attenessero al principio basilare di rimettere ogni cosa dove l' hanno trovata e di ripulire il proprio disordine.
Rimane sempre vero, a qualsiasi età, che quando si esce nel mondo è meglio tenersi per mano e rimanere uniti.

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:54

Inviato il: 6/5/2008, 06:05
da rosaria66

Un dono
Prendi un sorriso,
regalalo a chi non l'ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole,
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente,
fa bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima,
posala sul volto di chi non ha pianto.
Prendi il coraggio,
mettilo nell'animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita,
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza,
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà,
e donala a chi non sa donare.
Scopri l'amore,
e fallo conoscere al mondo.
Mahtma Gandhi



"Se per un istante Dio si dimenticherà che sono una marionetta di
stoffa e mi regalerà un pezzo di vita,
probabilmente non direi tutto quello che penso,
ma in definitiva penserei tutto quello che dico. Darei valore alle
cose, non per quello che valgono, ma per quello che significano.
Dormirei poco, sognerei di più, andrei quando gli altri si fermano,
starei sveglio quando gli altri dormono, ascolterei quando gli altri
parlano e come gusterei un buon gelato al cioccolato!!
Se Dio mi regalasse un pezzo di vita, vestirei semplicemente,
mi sdraierei al sole lasciando scoperto non solamente il mio corpo
ma anche la mia anima.
Dio mio, se io avessi un cuore, scriverei il
mio odio sul ghiaccio e aspetterei che si sciogliesse al sole.
Dipingerei con un sogno di Van Gogh sopra le stelle un poema di
Benedetti e una canzone di Serrat sarebbe la serenata
che offrirei alla luna.
Irrigherei con le mie lacrime le rose, per sentire il dolore delle
loro spine e il carnoso bacio dei loro petali.
Dio mio, se io avessi un pezzo di vita non lascerei passare un solo
giorno senza dire alla gente che amo, che la amo.
Convincerei tutti gli uomini e le donne che sono i miei favoriti e
vivrei innamorato dell'amore.
Agli uomini proverei quanto sbagliano al pensare che smettono
di innamorarsi quando invecchiano,
senza sapere che invecchiano quando
smettono di innamorarsi.
A un bambino gli darei le ali,
ma lascerei che imparasse a volare da solo.
Agli anziani insegnerei che la morte non arriva con la vecchiaia ma
con la dimenticanza. Tante cose ho imparato da voi, gli Uomini!
Ho imparato che tutto il mondo ama vivere sulla cima della montagna,
senza sapere che la vera felicità sta nel risalire la scarpata.
Ho imparato che quando un neonato stringe con il suo piccolo
pugno, per la prima volta, il dito di suo padre,
lo tiene stretto per sempre.
Ho imparato che un uomo ha il diritto di guardarne un altro
dall'alto al basso solamente quando deve aiutarlo ad alzarsi.
Sono tante le cose che ho potuto imparare da voi, ma realmente, non
mi serviranno a molto, perché quando mi metteranno dentro quella
valigia, infelicemente starò morendo."

GABO


"...a volte capita di leggere poesie e queste restano impresse nella nostra mente e magari si torna a leggerle più volte....sono indimenticabili....ho pensato di condividerne con voi alcune..." ciao

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:55

Inviato il: 6/5/2008, 19:03
da nenene

grazie del pensiero!! Dovrei salvarle e leggerle nei momenti...in o out, ma il tempo è tiranno!!!

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:58

LA SCUOLA DEGLI ANIMALI
di G. H. Reavis, dal libro LE AQUILE SONO NATE PER VOLARE. IL GENIO CREATIVO NEI BAMBINI DISLESSICI.

C'era un tempo in cui gli animali avevano una scuola. Dovevano creare un corso di studi che soddisfacesse tutti, così scelsero quattro materie: corsa, arrampicata, volo e nuoto. Tutti gli animali, naturalmente, studiavano tutte le materie.

L'anatra era molto brava nel nuoto, in effetti era più brava del suo insegnante. Ottenne dei voti sufficienti nella corsa e nel volo, ma era pessima nell'arrampicata, così le fecero abbandonare il nuoto in modo che si esercitasse nell'arrampicata. Dopo un po' aveva solo dei risultati medi nel nuoto, ma medio era ancora accettabile, almeno a scuola, e nessuno, a parte l'anatra, si preoccupò molto di questo.

L'aquila era considerata un elemento disturbatore. Nella sua classe di arrampicata batteva tutti nell'arrivare sulla cima degli alberi, ma aveva il suo modo particolare di arrivarci, che era però contro le regole. Doveva sempre fermarsi dopo la scuola e scrivere:"Imbrogliare è sbagliato". Questo la trattenne dal volare in alto, cosa che lei amava, ma i compiti della scuola venivano prima di tutto.

L'orso venne bocciato perché dicevano che era pigro, specialmente d'inverno. La sua stagione migliore era l'estate, ma allora le scuole non erano aperte.

La zebra bigiava le lezioni e faceva un sacco di assenze, perché i pony la prendevano in giro per le sue strisce e questo la rendeva molto triste.

All'inizio, il canguro era tra i migliori nella corsa, ma si scoraggiò quando gli dissero che doveva muoversi velocemente su quattro zampe, come facevano i suoi compagni di classe.

Il pesce abbandonò la scuola perché si annoiava. Per lui tutte e quattro le materie erano la stessa cosa, ma nessuno lo capì, perché nessuno aveva mai visto un pesce.

Lo scoiattolo ricevette un 10 in arrampicata, ma il suo insegnante di volo lo fece partire da terra, invece che dalla cima degli alberi.Le sue gambe erano così indolenzite ad esercitarsi in quei decolli che cominciò a prendere 7 in arrampicata e 6 nella corsa.

L'ape era il problema più grande di tutti, così l'insegnante la mandò dal dottor Gufo per degli esami. Il dottor Gufo disse che le ali dell'ape erano troppo piccole per volare ed erano anche nel posto sbagliato. L'ape non vide mai la relazione del dottor Gufo e così andò avanti e continuò lo stesso a volare. Io penso di conoscere qualche ape e voi?

L'anatra è il bambino che va bene in matematica e male in inglese e gli vengono assegnati degli esercizi di recupero dall'insegnante di inglese, mentre i suoi compagni stanno facendo matematica. In questo modo perde il suo vantaggio in matematica e va solo abbastanza bene in inglese. L'aquila è il bambino che si trasforma in un "disturbatore" perché ha il "proprio stile" di fare le cose. Anche se non sta facendo niente di male, il suo anticonformismo è percepito come un disturbo ed è per questo che viene punita.

Chi non riconosce l'orso? E' il bambino che sta benissimo in campeggio, che cresce e si afferma fuori dall'ambito scolastico, ma a scuola è veramente scarso.

La zebra è quel bambino insicuro, grasso o alto o basso, pochi si rendono conto che il suo insuccesso scolastico è dovuto alla sua percezione di essere socialmente inadeguato.

Il canguro è quello che invece di insistere, rinuncia e diventa quel bambino scoraggiato il cui futuro scompare, perché non è stato apprezzato.

Il pesce è il bambino che ha veramente bisogno di un'istruzione del tutto speciale e non riesce a brillare in una classe normale.

Lo scoiattolo, a differenza dell'anatra che "ce la fa", diventa un fallimento.

L'ape, ah l'ape, è il bambino che la scuola pensa non ce la possa fare e invece, malgrado tutto, con l'appoggio dei suoi genitori, ha abbastanza motivazioni interiori per fare bene anche quello che gli altri pensavano non sarebbe riuscito a fare. Ho avuto il piacere di conoscere tante api.

Tuo figlio è una miscela unica di doti naturali, personalità e ingredienti che non si trovano da nessun altra parte. Alcuni bambini sono dotati intellettualmente, altri hanno la fortuna di essere dotati sul piano emotivo e molti nascono con abilità creative.

Ogni bambino possiede la sua propria esclusiva collezione di doti naturali

I bambini non nascono forniti di un libretto di istruzioni.

I genitori efficaci continuano sempre a imparare, a studiare e a personalizzare le istruzioni per i propri figli. Ogni bambino è unico, come le sue impronte digitali; un diamante scintillante di impareggiabile bellezza. Non permettete che vostro figlio diventi un canguro!

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 14:59

CHI SONO IO È IMPORTANTE

Un’insegnante di New York decise di onorare i suoi studenti dell’ultimo anno delle superiori spiegando perché fosse importante ciascuno di essi. Utilizzando un procedimento elaborato da Helice Bridges di Del Mar, California, chiamò ogni studente davanti alla classe, uno per volta. Prima disse in che modo lo studente fosse importante per lei e per la classe. Poi consegnò a ciascuno un nastro azzurro su cui era stampata a lettere d’oro la dicitura: “Chi sono io è importante”.
In seguito l’insegnante decise di avviare una ricerca in classe per vedere quale impatto avrebbe avuto questo riconoscimento nella comunità. Consegnò a ciascuno studente altri tre nastri e incaricò tutti di andare a diffondere questa cerimonia di riconoscimento.
Quindi avrebbero dovuto controllare i risultati, vedere chi avesse conferito e ricevuto il riconoscimento e riferire in classe dopo circa una settimana.
Uno dei ragazzi della classe andò da un giovane funzionario di un’azienda nei dintorni e gli diede il riconoscimento per averlo aiutato nella pianificazione degli studi. Gli diede il nastro azzurro e glielo appuntò sulla camicia. Poi gli consegnò altri due nastri dicendogli: “Stiamo facendo una ricerca in classe sul riconoscimento e vorremmo che lei trovasse qualcuno da onorare, gli consegnasse un nastro azzurro e un altro in più perché questi possa onorare un terza persona per proseguire questa cerimonia di riconoscimento. Poi dovrebbe per favore riferirmi quello che è successo.”
Più tardi, lo stesso giorno, il funzionario si presentò dal suo capo, che era noto fra l’altro per essere un tipo piuttosto brontolone. Lo fece sedere e gli disse che lo ammirava profondamente perché era un genio creativo. Il capo sembrò molto sorpreso. Il funzionario gli domandò il permesso di consegnargli il dono del nastro azzurro e di appuntarglielo. Il capo, sorpreso, rispose: “Beh, certo”.
Il funzionario prese il nastro azzurro e lo appuntò sulla giacca del capo, giusto sopra il cuore. Consegnandogli l’altro nastro gli chiese: “Mi farebbe un favore? Potrebbe prendere quest’altro nastro e usarlo per onorare qualcuno? Il ragazzo che mi ha dato i nastri sta facendo una ricerca a scuola e si vuole proseguire questa cerimonia di riconoscimento e scoprire come influenzi la gente”.
Quella sera il capo tornò a casa dal figlio quattordicenne e lo fece sedere. Gli raccontò: “Oggi mi è successa la cosa più incredibile. Ero in ufficio e uno dei funzionari entra e mi dice che mi ammira e mi dà una nastro azzurro perché sono un genio creativo. Immagina… Mi considera un genio creativo. Poi mi mette sulla giacca, sopra il cuore, questo nastro azzurro che dice “Chi sono io è importante”. Mi dà un altro nastro e mi chiede di trovare qualcun altro da onorare.
Tornando a casa in macchina, stasera, ho cominciato a pensare chi onorare con questo nastro e ho pensato a te. Voglio onorare te. Le mie giornate sono davvero frenetiche e quando torno a casa non ti presto molta attenzione. A volte ti sgrido perché non hai voti abbastanza buoni a scuola e perché la tua camera è un caos, ma in qualche modo stasera volevo proprio sedermi qui e, beh, farti sapere che per me sei davvero importante. Assieme a tua madre, sei la persona più importante della mia vita. Sei un ottimo ragazzo e ti voglio bene!” Il ragazzo sbalordito cominciò a singhiozzare e non finiva più di piangere. Tremava con tutto il corpo. Guardò suo padre e disse fra le lacrime: “Prevedevo di suicidarmi domani, papà, perché pensavo che non mi volessi bene. Adesso non serve”.

(Helice Bridges - Tratto da “Brodo caldo per l’anima”, Vol. I, di Jack Canfield e Mark V. Hansen –)

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 15:06

I bambini prestano un ascolto particolare alle parole, per loro rappresentano la musica delle voci umane.
I bambini, più degli adulti, percepiscono la fisicità delle parole: sono soffici? dure? rotonde? spigolose?
I bambini possono assaggiare le parole: sono dolci? salate? amare?
I bambini sentono l’odore delle parole. Le parole divengono gioco, immaginazione,
divertimento e sviluppano la sensibilità del linguaggio.
Il linguaggio poetico ha molto a che fare con il bambino
e con la sua formazione linguistica.

BORIS NOVAK




LA PATENTE DELL'ANIMATORE

http://www.santacrocemaxima.org/documen ... matore.ppt

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 15:10

LA SCUOLA DI LORENZO
http://www.youtube.com/watch?v=NUuBpVzB ... re=related


DISCORSO PRONUNZIATO DA PIERO CALAMANDREI AL III CONGRESSO DELL'ASSOCIAZIONE A DIFESA DELLA SCUOLA NAZIONALE IL GIORNO 11 FEBBRAIO 1950

'Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuole fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in un alloggiamento per manipoli; ma vuole istituire, senza parere, una larvata dittatura.
Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di stato. E magari si danno dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A 'quelle' scuole private. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo apertamente trasformare le scuole di stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di stato per dare la prevalenza alle scuole private. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tenere d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi, ve l'ho già detto, per rovinare le scuole di stato.
Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico.
Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico'.

(Pubblicato nella rivista Scuola Democratica, 20 marzo 1950).

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Re: RACCONTI PER RIFLETTERE

Messaggioda kucy » 27/08/2009, 15:21

COME IL CAFFÈ

Una figlia si lamentava con suo padre circa la sua vita e di come le cose le risultavano tanto difficili.
Non sapeva come fare per proseguire e credeva di darsi per vinta. Era stanca di lottare.
Sembrava che quando risolveva un problema, ne apparisse un altro.
Suo padre, uno chef di cucina, la portò al suo posto di lavoro.
Lì riempì tre pentole con acqua e le pose sul fuoco.
Quando l'acqua delle tre pentole stava bollendo, in una collocò carote, in un'altra collocò uova e nell'ultima collocò grani di caffé.
Lasciò bollire l'acqua senza dire parola.
La figlia aspettò impazientemente, domandandosi cosa stesse facendo il padre.
Dopo venti minuti il padre spense il fuoco.
Tirò fuori le carote e le collocò in una scodella.
Tirò fuori le uova e le collocò in un altro piatto.
Finalmente, colò il caffè e lo mise in un terzo recipiente.
Guardando sua figlia le disse:
"Cara figlia mia, carote, uova o caffè?" fu la sua domanda.
La fece avvicinare e le chiese che toccasse le carote, ella lo fece e notò che erano soffici, dopo le chiese di prendere un uovo e di romperlo, mentre lo tirava fuori dal guscio, osservò l'uovo sodo.
Dopo le chiese che provasse il caffè, ella sorrise mentre godeva del suo ricco aroma.
Umilmente la figlia domandò: "Cosa significa questo, padre?"
Egli le spiegò che i tre elementi avevano affrontato la stessa avversità, "l'acqua bollente", ma avevano reagito in maniera differente.
La carota arrivò all'acqua forte, dura, superba; ma dopo avere passato per l'acqua, bollendo era diventata debole, facile da disfare.
L'uovo era arrivato all'acqua fragile, il suo guscio fine proteggeva il suo interno molle, ma dopo essere stato in acqua, bollendo, il suo interno si era indurito.
Invece, i grani di caffè, erano unici: dopo essere stati in acqua, bollendo, avevano cambiato l'acqua.
"Quale sei tu figlia?" le disse.
"Quando l'avversità suona alla tua porta; come rispondi?"
"Sei una carota che sembra forte ma quando l'avversità ed il dolore ti toccano, diventi debole e perdi la tua forza?"
"Sei un uovo che comincia con un cuore malleabile e buono di spirito, ma che dopo una morte, una separazione, un licenziamento, una pietra durante il tragitto diventa duro e rigido?
Esternamente ti vedi uguale, ma sei amareggiata ed aspra, con uno spirito ed un cuore indurito?
"O sei come un grano di caffè? Il caffè cambia l'acqua, l'elemento che gli causa dolore.
Quando l'acqua arriva al punto di ebollizione il caffè raggiunge il suo migliore sapore."
"Se sei come il grano di caffè, quando le cose si mettono peggio, tu reagisci in forma positiva, senza lasciarti vincere, e fai si che le cose che ti succedono migliorino, che esista sempre una luce che illumina la tua strada davanti all'avversità e quella della gente che ti circonda."
Per questo motivo non mancare mai di diffondere con la tua forza e positività il "dolce aroma del caffè".

Dalle storie di Ferrero.


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