Il Forum di Maestra Sabry

Oggi ho incontrato una mamma di un mio ex alunno filippino : sentite un po' cosa mi ha risposto quando le ho chiesto notizie su suo figlio :

I miei tre figli ( ne ha due più piccoli ) li ho mandati nelle Filippine , da voi la scuola non va perchè non insegnate bene l'inglese . Da noi invece i bimbi di 10 anni parlano inglese e spagnolo. Qui si fa troppo italiano , e l'italiano a che serve ? Chi lo parla nel mondo ? E alla mia domanda :- ma nelle vostre scuole non si insegna il filippino ? - ha risposto : Poco , molto poco ;

Bella mazzata !!!

Che ne dite ? Forse nel mondo di oggi ha ragione lei.........

Sicuramente concordo sul fatto che le lingue qui in Italia si studiano poco e male...
Non ce l'ho con i colleghi che le insegnano ma siamo indietro "culturalmente" su questo aspetto!

Io ho sempre pensato che la scuola sia un posto dove si fa cultura, indipendentemente dalla fruibilità nel mondo del lavoro. Ci sono cose che fanno parte del patrimonio culturale collettivo ( tipo l'incipit dell'inferno, o San Martino)
Detto questo, sarebbe auspicabile qualche ora di inglese in più , ma con i tagli la vedo dura. Più che altro, qui è tutto demandato alla buona volontà dei singoli docenti...che dire, anche a me è capitata una mamma rumena che ha fatto fare le medie in romania a sua figlia, per la migliore preparazione...

beh.....
vediamo. l'italiano serve perchè siamo in italia e non vogliamo degli analfabeti. quindi sul fatto che facciano "poco filippino" non concordo.
Io riformerei la scuola in un altro modo. Le materie come musica, arte e immagine la lascerei ai professionisti, a coloro che se ne intendono. pomeriggi pieni di queste materie. e di inglese con insegnanti madrelingua che fnano una bella full immersion
io con 2 ore settimanali di inglese che posso fare? ogni giorno lo richiamo, in classe in quelle due ore parlo in inglese e pretendo che anche loro lo facciano (sono in seconda, x le cose più semplici...tipo "can you repeeat? o "can i go to the toilet"...)
ma non possiamo negare che siamo in Italia e che di cultura ne abbiamo da vendere. forse basterebbe dare il giusto equilibrio a tutto senza fare tutto e male