Gli aggettivi possessivi
I miei occhi sono azzurri,
il mio naso è piccino
le mie guance rotondette
han due piccole fossette.
La mia bocca sorridente
ha perso solo un dente.
R. Dattolico
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ORTOGRAFIA GRAMMATICA
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
L'upo
C'era una volta un povero upo.
Per essere un lupo intero
gli mancava la elle.
Gliel'aveva portata via
un apostrofo per invidia
o per gelosia.
Fatto sta che lo sventurato
veniva continuamente
beffeggiato.
La più timida capretta
in sua presenza
sventolava spavalda la barbetta
e faceva la spiritosa:
"Cos'è, una nuova moda?"
Gli agnellini gli tiravano la coda,
poi gli cantavano "Upo, ci sei?"
e ridevano a crepapelle,
senza il minimo rispetto.
Un giorno il povero upetto,
spinto dalla disperazione,
andò a chieder l'elemosina di un'elle
all'allodola: "Tu che ne hai tante,
darmene una non ti costa niente,
credimi, ti sarò riconoscente".
Ma l'allodola con un trillo
spiccò il volo e gli rispose:
"Chiedila al coccodrillo".
Gianni Rodari
C'era una volta un povero upo.
Per essere un lupo intero
gli mancava la elle.
Gliel'aveva portata via
un apostrofo per invidia
o per gelosia.
Fatto sta che lo sventurato
veniva continuamente
beffeggiato.
La più timida capretta
in sua presenza
sventolava spavalda la barbetta
e faceva la spiritosa:
"Cos'è, una nuova moda?"
Gli agnellini gli tiravano la coda,
poi gli cantavano "Upo, ci sei?"
e ridevano a crepapelle,
senza il minimo rispetto.
Un giorno il povero upetto,
spinto dalla disperazione,
andò a chieder l'elemosina di un'elle
all'allodola: "Tu che ne hai tante,
darmene una non ti costa niente,
credimi, ti sarò riconoscente".
Ma l'allodola con un trillo
spiccò il volo e gli rispose:
"Chiedila al coccodrillo".
Gianni Rodari
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
Il museo degli errori
Signori e signore,
venite a visitare
il museo degli errori,
delle perle più rare.
Osservate da questa parte
lo strano animale gato:
ha tre zampe, un solo baffo
e dai topi viene cacciato.
Nel secondo reparto
c'è l'ago Maggiore:
provate a fare un tuffo,
sentirete che bruciore.
Ora tenete il fiato:
l'eterna "roma" vedremo
tornata piccola piccola
come ai tempi di Romolo e Remo.
Per colpa di una minuscola
la storia gira all'indietro:
questa "roma" ci sta tutta
sotto la cupola di San Pietro.
G. Rodari
Signori e signore,
venite a visitare
il museo degli errori,
delle perle più rare.
Osservate da questa parte
lo strano animale gato:
ha tre zampe, un solo baffo
e dai topi viene cacciato.
Nel secondo reparto
c'è l'ago Maggiore:
provate a fare un tuffo,
sentirete che bruciore.
Ora tenete il fiato:
l'eterna "roma" vedremo
tornata piccola piccola
come ai tempi di Romolo e Remo.
Per colpa di una minuscola
la storia gira all'indietro:
questa "roma" ci sta tutta
sotto la cupola di San Pietro.
G. Rodari
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
Il verbo solitario
Il povero Dario
è malato:
ha il "verbo solitario"...
Qualcuno, invero, afferma
che non si tratta già
di un verbo, ma di un verme...
Ah, che ne sa la gente!
Domandatelo a lui come si sente,
qual è la causa del suo soffrire:
vi dirà, precisamente,
che sono i verbi
in are, in ere e in ire.
Lo tormentano in tutti i modi:
indicativo, congiuntivo, eccetera.
Lo hanno perseguitato
nel tempo passato
(sia prossimo che remoto)
e poco, ma sicuro
gran noia gli daranno
anche nel tempo futuro.
Che spasimi atroci
quando deve coniugare
nelle sue strane voci
un verbo irregolare...
Per fortuna non manca
un gerundio medicinale:
il malato, giocando,
dimentica ogni male.
Gianni Rodari
Il povero Dario
è malato:
ha il "verbo solitario"...
Qualcuno, invero, afferma
che non si tratta già
di un verbo, ma di un verme...
Ah, che ne sa la gente!
Domandatelo a lui come si sente,
qual è la causa del suo soffrire:
vi dirà, precisamente,
che sono i verbi
in are, in ere e in ire.
Lo tormentano in tutti i modi:
indicativo, congiuntivo, eccetera.
Lo hanno perseguitato
nel tempo passato
(sia prossimo che remoto)
e poco, ma sicuro
gran noia gli daranno
anche nel tempo futuro.
Che spasimi atroci
quando deve coniugare
nelle sue strane voci
un verbo irregolare...
Per fortuna non manca
un gerundio medicinale:
il malato, giocando,
dimentica ogni male.
Gianni Rodari
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
Quanti nomi, quante cose
C'è chi si chiama «leone»,
chi «bianco», chi «rosso».
Son tutti nomi
per tutte le cose;
per tutti i paesi,
Campoleone
Monterosso
Castelletto
e duomi, rose, falò accesi.
Quanti nomi, quante cose!
Chi per primo rispose
a sentirsi chiamare:
gli uomini o le cose,
le montagne o il mare?
Alfonso Gatto
C'è chi si chiama «leone»,
chi «bianco», chi «rosso».
Son tutti nomi
per tutte le cose;
per tutti i paesi,
Campoleone
Monterosso
Castelletto
e duomi, rose, falò accesi.
Quanti nomi, quante cose!
Chi per primo rispose
a sentirsi chiamare:
gli uomini o le cose,
le montagne o il mare?
Alfonso Gatto
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
L’acquario di Acqui
Nella città di Acqui c’è un grande acquario
con un mondo subacqueo straordinario
dai colori rubati all’acquamarina
dove nuotano da sera a mattina
creature acquatiche di tutte le tinte
che ad acquerello sembran dipinte.
Un pesce nero sul fondo si acquatta;
una pescetta dal muso di gatta
guizza veloce, a un tratto si acquieta
poi gira nell’acqua senza una meta.
Tra i sassi ed erbe un pesciolino
crede di essere in un acquitrino,
ma invece si trova nel grande acquario
di Acqui, in un mondo straordinario.
L. Luise, Nel paese dell’ortografia
Nella città di Acqui c’è un grande acquario
con un mondo subacqueo straordinario
dai colori rubati all’acquamarina
dove nuotano da sera a mattina
creature acquatiche di tutte le tinte
che ad acquerello sembran dipinte.
Un pesce nero sul fondo si acquatta;
una pescetta dal muso di gatta
guizza veloce, a un tratto si acquieta
poi gira nell’acqua senza una meta.
Tra i sassi ed erbe un pesciolino
crede di essere in un acquitrino,
ma invece si trova nel grande acquario
di Acqui, in un mondo straordinario.
L. Luise, Nel paese dell’ortografia
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
La balena delle doppie
C’era una volta una balena
che non riusciva a grattarsi la schiena
e sbuffava un po’ arrabbiata
e piangeva sconsolata.
Finché un giorno, ormai distrutta,
ce l’aveva messa tutta,
domandando a questo e a quello
incontrò il pesce rastrello,
che saltò sul suo groppone
dimenando il gran nasone.
«Che goduria! Che delizia!»
Era nata un’amicizia!
Maurizio Parodi, Parolandia 2
C’era una volta una balena
che non riusciva a grattarsi la schiena
e sbuffava un po’ arrabbiata
e piangeva sconsolata.
Finché un giorno, ormai distrutta,
ce l’aveva messa tutta,
domandando a questo e a quello
incontrò il pesce rastrello,
che saltò sul suo groppone
dimenando il gran nasone.
«Che goduria! Che delizia!»
Era nata un’amicizia!
Maurizio Parodi, Parolandia 2
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
LA GAZZA RUBINA
C’è una gazza, la vedete?
Il suo nome è Rubina.
E la gazza, chiederete, cosa fa questa mattina?
Sta rubando dai lampioni
una I, acciderbolina,
trasformandoli in… lamponi.
C’era un orco
in un paese,
e la gente tormentava:
era burbero e scortese,
tutti quanti malmenava.
Ma a quel mostro brutto e moro
la Rubina, molto brava,
rubò C, e rimase l’oro.
Guarda questo grande re,
che corona
ha sulla testa!
Nel suo regno oggi c’è
una grande e lieta festa.
C’è chi va e c’è chi torna,
e la gazza molto lesta
che al gran re mette le… corna.
Gigia e Cici sono amici
e, usciti dalla scuola,
se ne vanno su due bici,
una gialla e l’altra viola:
ma ecco che su Gigia e Cici
la gazza svelta vola,
trasformandoli in due... mici.
G. Orecchia e R. Piumini, La gazza Rubina
C’è una gazza, la vedete?
Il suo nome è Rubina.
E la gazza, chiederete, cosa fa questa mattina?
Sta rubando dai lampioni
una I, acciderbolina,
trasformandoli in… lamponi.
C’era un orco
in un paese,
e la gente tormentava:
era burbero e scortese,
tutti quanti malmenava.
Ma a quel mostro brutto e moro
la Rubina, molto brava,
rubò C, e rimase l’oro.
Guarda questo grande re,
che corona
ha sulla testa!
Nel suo regno oggi c’è
una grande e lieta festa.
C’è chi va e c’è chi torna,
e la gazza molto lesta
che al gran re mette le… corna.
Gigia e Cici sono amici
e, usciti dalla scuola,
se ne vanno su due bici,
una gialla e l’altra viola:
ma ecco che su Gigia e Cici
la gazza svelta vola,
trasformandoli in due... mici.
G. Orecchia e R. Piumini, La gazza Rubina
- eslo
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
L'APOSTROFO
Disse la luna: “È l’una,
ho voglia di dormire”.
Disse il lago: “Con l’ago
io non saprei cucire”.
L’ontàno, ch’è una pianta,
lontano non può andare,
e l’àcero frondoso
non è da rammendare.
La Daria è una bambina
che d’aria non è già:
è allegra, chiacchierina,
ma sa quello che fa.
Non poltrisce nel letto
e sa cos’è l’etto;
non confonde mai l’otto
con il gioco del lotto…
L’apostrofo è così:
a volte non ci vuole,
a volte, invece, sì.
G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra
Disse la luna: “È l’una,
ho voglia di dormire”.
Disse il lago: “Con l’ago
io non saprei cucire”.
L’ontàno, ch’è una pianta,
lontano non può andare,
e l’àcero frondoso
non è da rammendare.
La Daria è una bambina
che d’aria non è già:
è allegra, chiacchierina,
ma sa quello che fa.
Non poltrisce nel letto
e sa cos’è l’etto;
non confonde mai l’otto
con il gioco del lotto…
L’apostrofo è così:
a volte non ci vuole,
a volte, invece, sì.
G. Rodari, Filastrocche in cielo e in terra
- eslo
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Re: ORTOGRAFIA GRAMMATICA
La favola dell'omino che divora le vocali
C'era una volta
un omino affamato.
"Apostrofo', era chiamato.
Correva come il vento,
anzi volava
e ogni cosa divorava
in un momento:
briciole, fuscelli,
biscotti, nocciole.
Entrava furtivo .
perfino nelle scuole
e rubava le merendine
lasciando a bocca asciutta
i bambini e le bambine.
Ma fu sorpreso una sera
da Fata Grammatica
che gli gridò severa:
"Brigante, che fai?
Non si ruba, non lo sai?
Adesso t'arrangio io:
tu servi al caso mio.
Ho un problema di suoni molesti
che risolvere potresti,
un litigio fra vocali
dispettose senza uguali
che sul piú bello,
incontrandosi in parole
come la erba, per esempio,
o lo ombrello,
Ia altalena
o lo orsacchiotto,
si mollano un cazzotto
e per le povere orecchie
e un vero scempio.
Allora tu, con la tua fame matta
ti mangi una vocale e cosí è fatta"
Da quel giorno l'affamato omino,
I'apostrofo piccolino,
ha il pasto assicurato
e perciò si ritiene fortunato.
da il mondo delle parole 2 , Atlas
C'era una volta
un omino affamato.
"Apostrofo', era chiamato.
Correva come il vento,
anzi volava
e ogni cosa divorava
in un momento:
briciole, fuscelli,
biscotti, nocciole.
Entrava furtivo .
perfino nelle scuole
e rubava le merendine
lasciando a bocca asciutta
i bambini e le bambine.
Ma fu sorpreso una sera
da Fata Grammatica
che gli gridò severa:
"Brigante, che fai?
Non si ruba, non lo sai?
Adesso t'arrangio io:
tu servi al caso mio.
Ho un problema di suoni molesti
che risolvere potresti,
un litigio fra vocali
dispettose senza uguali
che sul piú bello,
incontrandosi in parole
come la erba, per esempio,
o lo ombrello,
Ia altalena
o lo orsacchiotto,
si mollano un cazzotto
e per le povere orecchie
e un vero scempio.
Allora tu, con la tua fame matta
ti mangi una vocale e cosí è fatta"
Da quel giorno l'affamato omino,
I'apostrofo piccolino,
ha il pasto assicurato
e perciò si ritiene fortunato.
da il mondo delle parole 2 , Atlas
Chi c’è in linea
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