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SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 06/04/2013, 16:15

Il terribile Cappuccetto Rosso

C'era una volta un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco dov'è più fosco
incappò nel terribile Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone...
Quel che succede poi,
indovinatelo voi.
Qualche volta le favole succedono all'incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastonata sulla testa
i nani nella foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
Il Principe sposa una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera cenerentola
resta zitta e fa la guardia alla pentola.

Gianni Rodari

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda eslo » 11/04/2013, 22:38

Filastrocca in rosa

Questa storia piccolina
di una certa principessa,
qualche volta è ancor narrata:
ogni giorno appena alzata
dal suo letto rosa e d’oro
la fanciulla impertinente
rifiutava un pretendente.

Molti principi straricchi,
spalancando i suoi begli occhi,
aveva fatto innamorare
ma, al momento di sposare,
cominciava a lamentare:
“Questo principe è assai grasso,
quel granduca è troppo basso,
tutti i conti di stamani
sono stupidi e villani.
Nessun cavalier mi piace
Se non sa essere audace!”
Uno, dieci, centomila
I pretendenti fan la fila
Ma lei, più bizzosa
Con la bocca sua di rosa,
li strapazza e manda via…
Un insulto e così sia.

Passa il tempo: ormai da anni
(mille mesi e cinque dì)
nessun principe vagante
passa a caso ormai di lì.
Vecchia e brutta è diventata
La stizzosa principessa:
la sua bocca è imbronciata
e non riesce a ridere più;
le sue chiome bionde e folte
sono bianche e cadon giù.
Certi giorni scruta ancora
dalla torre la campagna:
della sorte sua si lagna
ma nessun l’ascolta più.
La morale della storia,
che a narrarla ancor ci spinge,
tutti i bimbi ormai la sanno:
“Chi vuol troppo
nulla stringe”.

da “Come un albero 3” – Juvenilia

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 25/04/2013, 22:47

Pinocchio e tanti “MA”

Mastr'Antonio falegname
trovò un pezzo di legname
che parlava e che rideva,
come un bimbo poi piangeva.

Arrivato il buon Geppetto
fa quel legno un dispetto:
e gridando : Polentina!
lo canzona una vocina.

Litigando i due anziani,
le parrucche in bocca e mani,
si ritrovan presto a terra
e finisce lì la guerra.

Fatta pace con Geppetto,
spetta a lui il legno sospetto:
faccia pure un burattino
che saltelli per benino.

Giunto a casa il buon vecchietto,
fa il pupazzo con diletto
e lo chiama poi Pinocchio,
già monel quand'apre l'occhio.

Nudo fugge il burattino
e Geppetto, poverino,
per quel figlio scapestrato
per error viene arrestato.

Torna a casa poi Pinocchio
ed al muro getta l'occhio:
dice a lui il grillo parlante:
- Marachelle? Ne fai tante!

Adirato il gran monello
al buon gril tira il martello.
Or si sente liberato,
MA ha pur freddo ed è affamato.

Fruga allor la spazzatura
e un bell'uovo si procura;
MA il buon cibo sospirato
ahi, volando se n'è andato!

Al paese corre allora
e, bussando a tarda ora,
non il pane gli vien dato,
MA con acqua è annaffiato.

Affamato e infreddolito,
giunto a casa s'è assopito;
MA per lui no non c'è pace:
arde i piedi sulla brace !

Ritornato il buon Geppetto
che scordato ha ogni dispetto,
le tre pere che ha portato
al monello ha già donato.

Rifà i piedi al burattino
e lo veste per benino.
Per comprar l'abbecedario
dà la giacca all'antiquario.

Vende il libro il burattino
per andare al teatrino
e incontrare i suoi amici
che al vederlo son felici.

Riconoscono il fratello
Ma esce fuor sul più bello
dei pupazzi il gran padrone
che a punirlo si dispone.

Mangiafuoco starnutisce:
che è commosso si capisce,
dal buon cuor del burattino
che difende anche Arlecchino.

Gli da poi cinque monete;
MA Pinocchio, che volete,
volpe e gatto ha incontrato
e purtroppo vien gabbato.

Su cammina, avanza, spera,
poi raggiungon verso sera
affamati a più non posso,
l'osteria "Gambero Rosso".

MA il buon grillo ha ignorato
e i briganti ha incontrato
che a rubar monete d'oro
già si mettono al lavoro.

Cela in bocca i suoi denari
MA l'inseguon i compari...
e, raggiunto, vien preso:
alla quercia è poi appeso.

La turchina bella fata
la carrozza ha mandata
e Pinocchio vien spiccato
ed a casa trasportato.

Steso a letto poi Pinocchio
tre dottori ha li sott'occhio,
che si chiedon, gruppo accorto
se sia vivo oppure morto.

Gi dà poi la sua fatina
la prescritta medicina
MA Pinocchio sol la fiuta
e di berla la rifiuta.

MA i becchini con la bara
quando vede, tosto impara
che se inver non vuol morire
la gran purga ha da sorbire.

Alla fata poi, chissà
non sa dir la verità:
e famoso nasce il caso
che il dir falso allunga il naso.

Poi i picchi a convegno
a quel naso tolgon legno
or Pinocchio vuole andare
il suo babbo a ritrovare.

MA trovò la volpe e il gatto
ed allor successe un fatto:
piantò l'or (non ci fu scampo)
dei miracoli nel campo.

Va Pinocchio a denunciare
che s'è fatto derubare,
MA in quel sito (amaro fato!)
va in prigione il derubato.

La prigione un dì lasciata
vuol tornare dalla fata:
al serpente non s'è arreso;
MA in tagliola poi è preso.

Il padron che l'ha acciuffato,
a catena l'ha legato.
E così egli passa un guaio
fa la guardia ad un pollaio.

Nella notte i ladri scopre,
con bugie, no, non li copre!
Il padron lo ricompensa:
dalla guardia lo dispensa.

Or Pinocchio liberato,
salta e balla per il prato
ed a casa vuol tornare
la fatina a riabbracciare.

Non trovò la casa attesa;
MA una tomba, ahi, che sorpresa.
La fatina tanto amata
dal dolor era spirata!

Giunge poi un gran colombo,
che volava senza rombo
per portarlo in riva al mare
il suo babbo a ritrovare.

MA Geppetto, ahimè, scomparve
e cercando, poi gli apparve
l'isoletta misteriosa
dove ogni ape è industriosa.

Ritrovò lì la sua fata
a salvarlo dedicata:
e promise il burattino
di studiare per benino.

Egli a scuola vuole andare,
MA poi corre in riva al mare,
ch' gli han detto che stamane
giunto è là un pescecane.

Fanno lotta i gran monelli,
impazziti i lor cervelli
fin che un bimbo poi colpito
giace a terra tramortito.

Preso dai carabinieri
svanir vede i desideri
d'obbedir alla fatina
come detto alla mattina.

MA sfuggito all'arresto
poi soccorre pronto e lesto
un mastin, a nuoto in mare
che già sta per affogare.

D'esser salvo egli crede
MA un agguato, no non vede!
Una rete (questa è bella!)
lo destina alla padella.

Del gran fritto è giunta l'ora,
che l'uom verde già assapora;
MA il mastin prima salvato
dalle grinfie l'ha strappato.

Torna a notte dalla fata
MA una chiocciolina affacciata
fino al dì lo fa aspettare
e Pinocchio è li a calciare.

Nella porta incastra il piede
e il buon cibo giunger vede,
che al morso, ahimè, è finto!
E svenuto cade vinto!

Perdonato è dalla fata,
che gli fissa già la data:
non sarà più un burattino
MA un normale e bel bambino.

MA Lucignolo monello
poi gli dice:- Sai che bello!
Vien sul carro, dai, coi fiocchi
al paese dei balocchi!

Dopo mesi di cuccagna,
si presenta la magagna;
sulla testa dei monelli
grandi orecchie d'asinelli.

Diventato un bel ciuchino
raglia, raglia il poverino
e nel circo poi portato
a saltar viene addestrato.

MA s'azzoppa un brutto giorno
e lo leva poi di torno
di quel circo il direttore
che lo vende ad un signore.

Vien gettato allora in mare
che un tamburo s'ha da fare;
ma dai pesci liberato
burattino è tornato.

La salvezza già s'aspetta
quando vede la capretta;
ma nel nuoto (ahi, mosse vane!)
se l'ingoia un pescecane.

Ma nel corpo del gran pesce
il papà a trovar riesce,
che la chiaror d'un lumicino,
sta ingoiando un pesciolino.

Poi decidon di scappare
da quel pesce verso il mare:
quando un tonno lì arriva,
fuggon dritti verso riva.

Una casa già li aspetta
data al gril dalla capretta.
Per il babbo suo aiutare,
va il bindolo a girare.

Quando scopre che la fata
all'ospedal giace ammalata,
fa ben sedici canestri
ed annulla i suoi malestri.

Or Pinocchio s'è ripreso,
a saggezza alfin arreso:
cessa d'essere un pupazzo
e diventa un bel ragazzo.

G. Rodari

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 18/06/2013, 7:25

I folletti

Folletti,
omini di verde vestiti,
cosa ci fate
nel fondo dei gai ruscelli?
Offrite la cena ai ranocchi
un pranzo coi fiocchi
di larve d’insetti?

Lo so. Voi motivi suonate
con canne intagliate,
in gara con grilli e cicale.
Sui monti,
vicino alle fonti,
si leva la vostra canzone
con quella dell’acqua d’argento,
con quella del vento.

B. Paltrinieri

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 18/06/2013, 7:27

Dove stanno di casa le fatine?

Dove stanno di casa le fatine
piccole, bionde, con gli occhioni blu,
denti di perla, labbra coralline,
statura mezza spanna o poco più?
Sono dovunque: in terra, in firmamento,
tra gli alberi del bosco e nelle aiuole
dei giardini, sull’alito del vento,
nei prati tra le primule e le viole.

Son dappertutto, in aria ed a mezz’aria
con gli uccelli bellissimi e canori,
con le lucciole e nella luminaria
delle stelle dai pallidi fulgori.
Ora le vedi in mare ed ora in cielo
occhieggiare da un cirro d’oro e giallo
oppure dondolare da uno stelo
o contendersi un ramo di corallo.

Forse le trovi in mezzo alle farfalle,
con le antenne sul capo, luminose
e l’ali iridescenti sulle spalle
e la bacchetta magica, di rose.
Forse… ma dove le fatine stanno
se veramente esistono qua e là,
chi sono per davvero, cosa fanno,
questo, purtroppo, nessuno lo sa.


Somiglian forse alla fata bambina
che osserva i pesci rossi nella boccia
di cristallo e sorride birichina
chissà a quale sogno che le sboccia
dietro la fronte. Forse pensa a te,
a me, a lui, a lei, a noi, a voi,
perché le fate vivono
ognuna in ciascuno di noi.

P. Ballario

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 22/06/2013, 18:01

Fiaba che c’è ma che anche non c’è

Fiaba di voce
che parla, ti dice:
entra nel bosco,
nell'oro nel mare
nel cuore di mago,
di fata, di strega;
fiaba felice
la senti narrare.
Fiaba di gesto
senza parole
e senza testo,
prende il colore
del movimento,
si mette un cappello
di stoffa infinita,
danza in silenzio
ti mostra la vita.
Fiaba di carta
stampata su un libro
si sfoglia si schiude,
più lunga, più corta,
attira lo sguardo
con le figure,
come una porta
che nel deserto
rimane un po' aperta.

P. Formentini, C'era c'è e ci sarà

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 22/06/2013, 18:12

La Regina ha fatto il bucato

La Regina ha fatto il bucato,
e Griselda lo stende in giardino.
La corona del re incoronato
e il mantello bordato ermellino.
La sua bianca camicia da notte
e i calzotti su fino al polpaccio,
le pantofole verdi un po’ rotte
e il cappello di quando è pagliaccio.

R. Piumini, Tutta una scivolando

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 22/06/2013, 18:13

Il sogno di re Giannone

Re Giannone pisolava
sul suo trono alto e robusto.
Pisolava e si sognava
di poter essere giusto.
Re Giannone pisolava
sul suo trono stagionato.
Pisolava e si sognava
di poter essere amato.
Re Giannone pisolava
sul suo gran trono di legno.
Pisolava e si sognava
che felice fosse il regno.

R. Piumini, Tutta una scivolanda

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda lorys » 22/06/2013, 18:14

Il messaggero verde

C' era una volta un re e una regina,
felici dalla sera alla mattina.
Sedevano sul trono tutto il giorno,
con servi e con ancelle tutto intorno.
Al re e alla regina servi e ancelle
portavano i biscotti e le frittelle.
Ma ecco arriva, un brutto mattino,
un messaggero verde e fa l'inchino.
“Cosa mi porti?" gli domanda il re.
"Brutte notizie, mio sire, per te.
Dai monti scende il barbaro Gantura,
cavalca e grida già nella pianura.
Da est arriva il Duca Giacconforte,
nel pomeriggio busserà alle porte.
Da ovest viene una gran tempesta,
niente la frena, nessuno l'arresta.
Da sud vengono navi di Corsari,
sono il tremendo terrore dei mari".
"Ahi messaggero, che notizie porti!"
bisbiglia la regina."Che sconforto!"
E il re: "Non hai una notizia bella?
Se me la dai, ti do una frittella".

R. Piumini, Tutta una scivolanda

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Re: SULLE FIABE E I LORO PERSONAGGI

Messaggioda eslo » 08/07/2013, 0:04

Non è una fiaba ma una leggenda ( siciliana :mrgreen: )

COLAPESCE

C’è un paese di Sicilia
che dal mare è carezzato,
e un bambino un po’ speciale
che del mare è innamorato.

Sa tuffarsi nel profondo,
dove il blu diventa buio,
sa raggiungere i coralli,
ogni pesce è amico suo.

Fanno festa nel vederlo
i delfini e le Sirene,
gl’ippocampi e i pesci d’oro,
le meduse e le balene.

Nei suoi sogni egli si vede,
trasformato in dio marino,
traversare i mari immensi
a cavallo di un delfino.

E’ Nicola, detto Cola;
la sua mamma ogni mattino
prega: “Basta stare in mare!
Sei un pesce o sei un bambino?”

Ma a ubbidire a quel consiglio
Cola proprio non riesce,
e la gente del paese
già lo chiama “Cola Pesce”.

Passa il tempo e Cola Pesce
è un ragazzo bello e biondo-
le sue gesta coraggiose
sono note in mezzo mondo.

Un bel giorno il Re in persona,
cui di Cola è giunta nuova,
vuol tentarne la bravura,
vuole metterlo alla prova.

“Senti bene, Cola Pesce,
getterò il mio anello in mare:
sarà tuo se ti riesce
di poterlo ripescare.

“Sì, Maestà” Si tuffa Cola
nell’azzurro più profondo,
e qui vengono in suo aiuto
le creature di quel mondo.

Per trovare quell’anello
tutti i pesci fanno a gara,
e in un’ora Cola Pesce
compie la prodezza rara.

Trionfante riemerge
con l’anello nella mano:
“Soddisfatto è il desiderio
che esprimeste, mio sovrano”.

Il sovrano, stupefatto
dell’impresa realizzata
dice:”Bravo, Cola Pesce,
la tua fama è meritata.

Ma domani un’altra prova
tu per me dovrai tentare,
un’impresa strana e nuova
che tu solo potrai fare.

Dell’audacia del tuo cuore
devi darmi un altro segno,
e guardare dove stanno
le radici del mio regno.

Dove poggia la Sicilia?
Torna a dirmi questa cosa,
e fin d’ora ti prometto:
ti darò mia figlia in sposa.”

“Maestà, tempo tre ore,
tornerò dal mio viaggio;
la risposta che chiedete
ve la reca il mio coraggio”.

Passan tre, quattro, sei ore,
si diffonde lo sconforto.
Quanto tempo in vana attesa!
Cola Pesce, che sia morto?

Vivo è invece Cola Pesce;
camminando in fondo al mare
ha scoperto un gran segreto
che nessun può immaginare.

La Sicilia a tre colonne
tutte d’oro sta poggiata;
due son solide e son forti,
ma una sola s’è incrinata.

E se crolla, la Sicilia
va a finire dentro il mare.
Cola afferra la colonna,
la Sicilia vuol salvare.

La Sirena Smeraldina
che di Cola è innamorata,
del gran mare è la Regina,
e una via l’ha già trovata:

“Per salvare la tua terra
chiamo il popolo del mare,
ma devi essere mio sposo,
non mi devi più lasciare!

Sai che il mondo che è sommerso
ubbidisce al mio comando;
al gran popolo del mare
la Sicilia raccomando.

Tutti adesso con amore
la tua terra sosterranno,
e i coralli una barriera
fitta fitta formeranno.

E noi insieme regneremo
sull’immensità marina;
qui felici noi vivremo
nell’oscurità azzurrina”.

Le rivolge Cola Pesce
un sorriso ed un inchino:
“Amo il mare e torno al mare,
è nel mare il mio destino”.

Quando sembra ormai perduto,
e sta tramontando il sole,
riemerge Cola Pesce,
dice al Re queste parole:

“Sopra tre colonne d’oro
La Sicilia sta poggiata.
Col passare dei millenni
una adesso s’è incrinata.

Maestà, devo restare
qui nel mare più profondo;
se non reggo la colonna
la Sicilia scende a fondo”.

E scompare Cola Pesce
con l’anello prezioso
da portare a Smeraldina
come suo dono di sposo.
Cola Pesce ha realizzato
Il suo sogno di bambino:
vive insieme alla Sirena,
trasformato in dio marino.

E i delfini e i pesci d’oro
che ora al suo comando stanno,
per mille anni e forse ancora
la Sicilia sosterranno.




Angela Diana Di Francesca


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