Questa poesia ricorda, in modo simpatico, come essere cortesi. E' molto carina...
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poesia sulle parole gentili
- eslo
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Re: poesia sulle parole gentili
Non è una poesia ma la posto qui perchè va be ne per integrare il percorso sulla gentilezza
LA STRADA DELLA GENTILEZZA
C’era una volta un principino superbo e maleducato. Non chiedeva ma le cose per piacere.
Un giorno si perse in un bosco. Incontrò una vecchina curva sotto il peso di un sacco e le gridò sgarbatamente: “Vecchia, qual è la strada della reggia?”
La vecchina si strinse nelle spalle, allungò il mento, socchiuse gli occhi e rispose: “Non saprei. Chiedilo al gatto, che sa tutto”.
“Gatto” disse il principino “Voglio tornare alla reggia. Insegnami la strada!”
“Domandalo al cane, che ha girato tanto.”
“Cane, qual è la strada della reggia?”
“Domandalo allo scoiattolo, ce vede tutto”
“Scoiattolo, voglio sapere la strada della reggia”
“Chiedilo allo scricciolo, che sente tutto”
“Scricciolo, insegnami la strada della reggia”
Lo scricciolo volò sulla spalla del principe e gli sussurrò all’orecchio: “Principe, se vuoi ritrovare la reggia, prendi la strada della cortesia e comincia col domandare le cose -per piacere-”.
Il principe capì la lezione e subito disse: “Per piacere, mi potresti insegnare la via?”
Lo scoiattolo scese dall’albero e lo accompagnò fino a una radura dov’era il cane.
“Cane, per piacere mi accompagni verso la reggia?”
Il cane lo guidò fino al bivio dov’era il gatto.
“Gatto, per favore, mi dici dov’è la reggia?”
Il gatto, scodinzolando, lo condusse fino la limite del bosco. Qui era ad aspettarlo la vecchina.
“Nonnina, per gentilezza, mi dite dov’è la reggia?”
La vecchina lo prese per mano e lo condusse fino alla porta del palazzo reale.
“Entrate, per favore” disse il principino cortesemente.
“Grazie, caro. Sono contenta, perchè vedo che hai imparato la strada della gentilezza. D’ora in poi non ti perderai più”.
(P. Bargellini)
LA STRADA DELLA GENTILEZZA
C’era una volta un principino superbo e maleducato. Non chiedeva ma le cose per piacere.
Un giorno si perse in un bosco. Incontrò una vecchina curva sotto il peso di un sacco e le gridò sgarbatamente: “Vecchia, qual è la strada della reggia?”
La vecchina si strinse nelle spalle, allungò il mento, socchiuse gli occhi e rispose: “Non saprei. Chiedilo al gatto, che sa tutto”.
“Gatto” disse il principino “Voglio tornare alla reggia. Insegnami la strada!”
“Domandalo al cane, che ha girato tanto.”
“Cane, qual è la strada della reggia?”
“Domandalo allo scoiattolo, ce vede tutto”
“Scoiattolo, voglio sapere la strada della reggia”
“Chiedilo allo scricciolo, che sente tutto”
“Scricciolo, insegnami la strada della reggia”
Lo scricciolo volò sulla spalla del principe e gli sussurrò all’orecchio: “Principe, se vuoi ritrovare la reggia, prendi la strada della cortesia e comincia col domandare le cose -per piacere-”.
Il principe capì la lezione e subito disse: “Per piacere, mi potresti insegnare la via?”
Lo scoiattolo scese dall’albero e lo accompagnò fino a una radura dov’era il cane.
“Cane, per piacere mi accompagni verso la reggia?”
Il cane lo guidò fino al bivio dov’era il gatto.
“Gatto, per favore, mi dici dov’è la reggia?”
Il gatto, scodinzolando, lo condusse fino la limite del bosco. Qui era ad aspettarlo la vecchina.
“Nonnina, per gentilezza, mi dite dov’è la reggia?”
La vecchina lo prese per mano e lo condusse fino alla porta del palazzo reale.
“Entrate, per favore” disse il principino cortesemente.
“Grazie, caro. Sono contenta, perchè vedo che hai imparato la strada della gentilezza. D’ora in poi non ti perderai più”.
(P. Bargellini)
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Re: poesia sulle parole gentili
Il villano di paese
C'era una volta in un paese lontano,
un tipo assai villano.
A tutti urlava,
con nessun eccezione faceva.
Un giorno però
qualche cosa cambiò.
Arrivò da un paese vicino,
un piccolo omino, con sotto a un braccio un cuscino.
Appena arrivato in paese,
il villano lo coprì di offese.
Fu allora che l'omino
gettò a terra il suo cuscino
e senza parola conferire si mise a dormire.
Il villano s'infuriò
e lo offese per un bel po'.
Non riuscendolo a svegliare,
capì che era inutile continuare.
Da quel giorno tutta la gente del paesino,
si portò appresso un cuscino.
Chiunque il villano incontrava
lo gettava a terra e si addormentava.
Non trovando più alcun divertimento
passò poco tempo
che il villano si dovette arrendere
e smettere di offendere.
-- Paolo Tacconi
C'era una volta in un paese lontano,
un tipo assai villano.
A tutti urlava,
con nessun eccezione faceva.
Un giorno però
qualche cosa cambiò.
Arrivò da un paese vicino,
un piccolo omino, con sotto a un braccio un cuscino.
Appena arrivato in paese,
il villano lo coprì di offese.
Fu allora che l'omino
gettò a terra il suo cuscino
e senza parola conferire si mise a dormire.
Il villano s'infuriò
e lo offese per un bel po'.
Non riuscendolo a svegliare,
capì che era inutile continuare.
Da quel giorno tutta la gente del paesino,
si portò appresso un cuscino.
Chiunque il villano incontrava
lo gettava a terra e si addormentava.
Non trovando più alcun divertimento
passò poco tempo
che il villano si dovette arrendere
e smettere di offendere.
-- Paolo Tacconi